giovedì 8 novembre 2012

5 cose che fa figo odiare ma anche no.


L'odio è un sentimento interessante. Ti ammazza, ti avvelena e non ti fa bene, come le sigarette, ma c'è un certo piacere, sottile, perverso nel fare un bel tiro di tabacco dopo il caffè, n'est pas?
Come ogni cosa preziosa e letale, di quelle cose che se foste un monaco buddista dovreste totalmente evitare (ricordate che l'odio rende infelici), l'odio va centellinato e questo lo s'impara normalmente dopo i 18 anni. Dopo quel periodo di odio ad ampio raggio e lunga gittata che è l'adolescenza dunque, le persone intelligenti e sane passano ad un concetto di odio più mirato. Avviene un simpatico switch: le granate d'odio si trasformano in fucili di precisione, laser di minuscolo diametro, estremamente dannosi e precisi.
E' l'età adulta baby.
Ora, coloro con i quali me la prendo in queste due amorose righe sono quelli che fanno dell'odio la propria bandiera cool scagliandosi violentemente su obiettivi enormi e sbagliati. Gente che più che sparare sulla Croce Rossa spara proprio sulla sede afghana di Emergency.
Di giorno.
Quando ci sono i bambini e le mamme in fila per il vaccino.
Molto male ragazzi, molto male. Il bersaglio è troppo semplice. E totalmente inutile. E pur non essendo esattamente una groupie degli Zen Circus (che comunque hanno un live set interessante) appoggio quella frase di una loro canzone che dice (attenzione chè potreste riconoscervi qualcuno): "Esser stronzi è dono di pochi, farlo apposta è roba da idioti".
Vado ad elencarvi dunque 5 famosi bersagli dell'odio di molti di voi che secondo me dovreste rivalutare con più attenzione e ve lo dico senza umiltà, come mio solito.

OBAMA
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Obansky

Ve lo dico oggi, alla luce del recente successo elettorale che ho festeggiato postando questa roba nella mia bacheca di facebook: odiare Obama o fare quelli che chissenefregadelleelezioniamericanesonotuttimerde non vi porterà da nessuna parte. Le elezioni americane sono, per noi europei, per noi italiani in particolare, più importanti delle elezioni nel bel(?)paese e questo perchè non siamo che una piccola provincia dell'Impero e l'aria che tira a Washington ci condizionerà molto più dell'aria che tira a Palazzo Chigi che poi è come dire, banalmente, che i giochi si completano nel salotto padronale piuttosto che nei bagni delle cucine del seminterrato.
Vedetela così, siamo in una remota provincia della Gallia e seguiamo con interesse ciò che succede a Roma.
Nel 120 a.C.
Ecco che, capite bene, interessarsi alle elezioni americane diventa la cosa intelligente da fare.
Grandi sorrisi poi verso gli hater di Obama perchètantoècomeglialtri. Da poco ho letto da qualche parte un commento che avrei voluto scrivere io (ma non l'ho fatto, ahimè): i democratici americani sono LA DESTRA e i repubblicani sono LA DESTRA ESTREMISTA. Detto questo ragazzi miei, fra i due candidati non ho avuto problemi a preferire Obama esattamente come preferirei una colica renale ad una nevralgia del trigemino.
Yes we can.

KEVIN SYSTROM E MIKE KRIEGER
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No, non sono amici miei, mi piacerebbe ma no.
Questi due sono gli sviluppatori dell'app che amate odiare: Instagram.
Ho letto status anti-instagram francamente imbarazzanti. In genere si tratta di stizziti neocultori dell'arte fotografica o, se preferite, gente reflex-dotata che possiede un account flickr, quando non un sito personale, in veste di fotografo. Ho letto, vi giuro, riflessioni su come instagram UCCIDEREBBE la fotografia.
Ahahaha.
Ahaha.
Ah.
Lasciate che vi dia una mano: la fotografia sta ad Instagram come la letteratura sta a Twitter. E' solo un altro mezzo, tutto qua. Steve McCurry è preoccupato dell'avvento di Instagram come Philip Roth si dilania a gran voce per gli status di facebook come espressione di sè. A nessuno frega un cazzo ragazzi, fidatevi.
Qualche mese fa ne parlavo con Sara dei Diverting Duo, all'epoca era alle prese con lo shooting di Outset, il loro video girato interamente in lomoKino (l'avete visto? Dovreste, ecco il link). Le ho chiesto cosa ne pensasse e lei mi ha risposto, pacata e intelligente come sempre, che instagram è un modo come un altro di dire qualcosa e che non vedeva niente di male nell'avere una nuova occasione di avvicinarsi alla fotografia: puoi esprimere cose interessanti o cagate colossali, fa parte del gioco.
Non posso che essere d'accordo, d'altronde non mi interessa nemmeno che cani e porci abbiano macchine fotografiche da 2000 eurodollari e spocchia a buttare.
Ho un account instagram e ci posto foto di cani, gatti, cibo e inutilità di varia natura, non obbligo nessuno a seguirmi e non seguo gente che non mi interessa.
Il grido d'allarme salva-arte di una manica di attivisti dello scatto che usano come megafono un social network qualunque per denunciare la banalizzazione dell'oggetto X a caso da parte di un altro social network è francamente risibile. Lo è soprattutto se viene da gente che compra obiettivi che costano quanto lo stipendio (lordo) di mio padre e non riescono a cavarne fuori niente di significativo mentre qualunque coglione con uno smartphone e due filtri gratis ottiene il loro stesso risultato. Quando non migliore. La verità fa male, lo so.
Rilassatevi, Instagram non ucciderà la fotografia più di quanto non facciate voi e i vostri dannati lavori col watermark.

CHIARA FERRAGNI
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Ok, la ragazza qui sopra non è Chiara Ferragni ma Leandra Medine. Hanno la stessa età (credo) e un background per certi versi simile: buona famiglia, molti vestiti, un blog.
La differenza sta nel fatto che il blog di Leandra Medine (The Man Repeller) sia un prodotto di qualità con una scrittura ironica e divertente e lei abbia un gusto molto personale in fatto di moda, uno stile che può non piacere a tutti (si è parata il culo già dalla scelta del titolo la furbacchiona), tutte cose che la Ferragni, per ovvi limiti qualitativi non può vantare. E' un paragone impari e scorretto quello che propongo, come paragonare i successi al botteghino italiano di Pieraccioni e quelli di Haneke. Andiamo, vogliamo ancora star là a odiare Pieraccioni perchè la gente ride quando lui, goffo provinciale, si accapparra la meglio gnocca straniera in barba a tutti? La Ferragni fa bene quello che deve, parlare ad un pubblico che, in parte, la conosce grazie alle frotte di hater che la sponsorizzano in ogni dove in un trionfo (o epic fail, fate voi) di psicologia inversa.
A me Chiara Ferragni è molto utile, non seguo il suo blog da tempo ma se mi capita di guardare una sua foto con dei nuovi gingilli fashion mi faccio immediatamente delle domande sincere. Se ho guardato con curiosità un paio di scarpe e gliele ritrovo addosso c'è qualcosa che non va nel mio gusto, forse devo pensarci un pò meglio. Se un brand la sceglie come testimonial c'è qualcosa che non va e dunque forse è meglio che quel brand non lo indossi io (ciao Furla, mi avete persa per strada ma chevvvefrega? Avete guadagnato altre 10000 clienti, chapeau!). E via dicendo.
E' un pò la vecchia storia di quando mi volevo fare l'ombrè ai capelli, per poi notare che tutte le disperate che vanno a corteggiare i tipi di Maria De Filippi avevano l'ombrè ai capelli e, dopo aver fatto due veloci calcoli, capii che non era il caso di decolorarmi le punte come una finta surfista australiana di Brescia che sbraitava nel pomeriggio di canale5.
Chiara Ferragni è il faro che illumina il cammino che non devo percorrere, è Scilla e Cariddi che minano la decenza del mio peschereccio, è un monito divino e io la ringrazio e vi dirò pure che per il servizio che mi fa merita tutti i soldi che guadagna grazie al suo codazzo di ammiratori e detrattori.
Non capisco nè gli uni nè gli altri  ma men che mai la maggior energia posta nel sentimento dei secondi.

TERRY RICHARDSON
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Terry e suo papà Bob

Dai, adesso tutti odiano Terry? Perchè è ROZZO? Perchè è VOLGARE? Perchè è un PORCO?
Certo che lo è dannazione, se non lo fosse sarebbe Mario Testino!
Abbiamo bisogno di un Terry Richardson fra un TimWalker e un Miles Aldridge esattamente come abbiamo bisogno di Belladonna fra Charlotte Rampling e Judy Dench. Perchè è un'altra cosa, perchè è patinato ma c'è qualcosa di sporco e sbagliato e irrimediabilmente viscido in quello che fa.
Ne ho già scritto qui e continuo a pensare che gli hater di Terry siano come le ragazze convinte che comprare qualcosa di Margiela da H&M sia come possedere davvero un Margiela. Non c'è niente di sbagliato in voi care, avete semplicemente sbagliato indirizzo. Basta rendersene conto. Se non ve ne doveste rendere conto nemmeno in camerino però, beh, lì avete un problema. Un grosso problema,

CLIO aka CLIO MAKEUP aka CLIO DI REALTIME
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Clio ha delle grosse responsabilità, non lo nego. Tutti quei trucchi volgarmente colorati, tutte quelle imitatrici farlocche su youtube, tutte quelle disgraziate in comitiva che da Sephora non mi consentono di ammirare in santa pace il tester di un fondotinta Sisley a 98 eurodollari che, settimanalmente, mi parla, parla proprio a me! E mi rivela cose importanti. L'ultima volta mi ha rivelato. "Velvetuzi, ancella spiantata, qui te lo dico e qui te lo nego, non comprare la tinta per labbra YSL chè costa come un mese di palestra e tu non stai più andando in palestra. Vuoi forse avere le labbra Brun Glacé e il culo flaccido? E' questo quello che vuoi? Ora rifletti e genuflettiti in preghiera di fronte allo stand della Strivectin. Va in pace.".
Tornando a Clio, ella non è Pat McGrath ma una che fa i tutorial di youtube e tutte le altre, a parte qualche raro caso, sono solo tipe che sono arrivate dopo e fino a chè le velate critiche o le prese per il culo non arrivino da gente come le Pixiwoo o Lisa Eldridge, beh, Clio rimane quella che ha più presa sul pubblico per cui no, se odiate Clio perchè non è Alberto De Rossi, non avete ragione e siete completamente fuori strada. Lo sareste anche se criticaste Diva&Donna perchè non ci scrive Jonathan Franzen e andiamo, potete fare di meglio.

L'odio è un sentimento interessante. Usiamolo con buonsenso.

Guardate che comunque vi abbraccio e vi bacio.

@velvetuzi
 Instagram (WARNING! Potrebbe uccidere la fotografia)



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