lunedì 3 giugno 2013

SarDoriartisti: Dodo, i (dis)equilibri e il tempo da raccogliere




Se il tuo spettacolo fosse un concime cosa ti piacerebbe far germogliare?
Vorrei che la gente raccogliesse un po' di "Tempo"! Non so bene sotto che forma o che tipo, ognuno però troverebbe quello di cui ha più bisogno: tempo per se stessi, per gli altri, per dormire un po' di più o per stare più svegli, per prendere la bicicletta, per fare due passi, per giocare, per un altro caffè o perché no, per poter perdere tempo consapevolmente e senza ansia ...L'elenco è troppo lungo e adesso non ho tempo... Visto?
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Pic by Barbara Govan
Lui è Edoardo Demontis, noto a molti come Dodo, un giocoliere sardo che cattura per la forza poetica dei suoi spettacoli in cui umorismo ed eleganza si mescolano lasciando sospesi nella dimensione del qui e ora ed agganciando emozionalmente coloro che ne prendono parte. In scena infatti non si assiste passivamente al prender vita di caricature o di personaggi teatrali ma ad un signorino che mediante la sua arte traspone una sensibilità capace di suscitare altro, qualcosa che, come racconta Edoardo, “ogni volta è un elemento diverso che mi piace includere, a cui faccio spazio, amplificandolo nelle sue emozioni”.
Un’apertura che si avverte fortemente nel suo gioco di (dis)equilibri. Mi colpisce la riflessione che lo stesso mi confida: “Il lancio è sempre diverso, così come la vita, non sempre le cose vanno come vuoi che vadano. E’ importante adattarsi: o ti fermi perché è caduta la palla o ti adatti verso la sua direzione. Il disequilibrio se ci pensi è costante, per cui cerco di raggiungere il mio obiettivo mediante diverse strade”.
E' dunque inevitabile chiedergli quale sia il suo obiettivo e mi risponde: "Forse più che un obiettivo è una speranza…. Sai, Bruno Munari nel 1986 diceva " Giocare è una cosa seria...un bambino creativo è un bambino felice!" e, pensandoci, credo che il mio obiettivo sia quello di voler continuare a giocare in modo serio, giocare e far giocare. Dato che non sono più un bambino, per quanto riguarda la felicità, devo affidarmi alla creatività e ricordarmi sempre che la giocoleria per me non è il fine ma il mezzo”.

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Pic by Barbara Govan
Mi sembra che questo aspetto venga sfiorato anche nel progetto "Untitle" di Alessandro Sciarroni di cui appunto fai parte, ti piacerebbe dirci qualcosa? Questo sensibile e visionario regista teatrale ha messo su uno spettacolo che ha come tema la pratica della giocoleria intesa come sforzo fisico, dedizione, costanza e in alcuni casi frustrazione. In scena ci sono quattro giocolieri, ma soprattutto quattro ragazzi (il sottoscritto, Lorenzo Crivellari, Pietro Selva Bonino e Victor Garmendia Torija) che con la loro forza, sensibilità, abilità e fragilità si ritrovano alle prese con una passione della quale hanno fatto il loro lavoro. Lavoriamo anche sulla fragilità di questa pratica, vivendoci ogni caduta e ogni lancio come non avevamo mai fatto in 15 anni di prove ed allenamenti, il tutto accompagnato dalle magiche atmosfere provenienti dalla musica dal vivo di Pablo Esbert. E’ uno spettacolo che mi piace perché non può essere solo "eseguito" in quanto richiede una completa partecipazione emotiva, un coinvolgimento tale per cui ci stanca sia nel corpo e che nella mente ma ci riempie ogni volta di nuove sensazioni e di tante "prime volte" sceniche che lo rendono sempre vivo ed interessante per il pubblico e per noi stessi.

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Pic by Alberto Accardo

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Pic by Martina Nasini
Per chi volesse assistere a questo ed agli altri spettacoli in cui sei coinvolto potresti darci qualche data o indirizzo web su cui seguirti?
Per ciò che riguarda Untitle è prevista un'anteprima alla Biennale di Venezia il 28 giugno (per le altre date potete seguirci su questo sito. Mentre per il mio spettacolo con le clave, che porto rispettivamente in locali molto piccoli o in festival di giocoleria o di circo, potete curiosare nel mio blog .

unURBAN from Illador Films on Vimeo.

Intervista a cura di Nostal_chic

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