martedì 13 agosto 2013

SounDorialist: 5 questions about Summer Is Mine Festival 2013


Succede che questo sabato qualcuno organizza un one-day-festival e lo organizza, surprise, nel Sulcis. L’ Associazione Culturale Lee Van Cleef (lo ricordate? Sì, dai…) partorirà il 17 Agosto il primo figlio, il Summer Is Mine Festival, e ne parliamo con uno dei papà, un amico dal multiforme ingegno e vecchia conoscenza sarDorialista: Andrea Murgia.

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Fra le difficoltà incontrate dal Festival Jazz di Sant’Anna Arresi alla pausa dell’ HIS Festival è doveroso ribadirvi i complimenti per il coraggio nell’organizzare un nuovo appuntamento musicale qui e ora. Nel comunicato stampa esordite dicendo che nonostante il periodo non sia dei più floridi la cultura rimane un appiglio al quale ancorarsi e dal quale ripartire. Mi dici un po’ come è nata l’idea di organizzare un evento come il Summer Is Mine?
L’idea di organizzare un festival musicale ci ronzava in testa da anni, ma mai come quest’anno avevamo sentito l’esigenza di associarci e cercare di mettere su qualcosa di veramente concreto. La situazione che attraversa il Sulcis Iglesiente da trent’anni a questa a parte dovrebbe far pensare che magari l’economia delle grandi industrie piovute dall’alto non sia stata un così grande successo. Un territorio con risorse paesaggistiche come il nostro e che ospita festival musicali nazionali e internazionali come Narcao Blues e Ai Confini tra Sardegna e Jazz può e deve cercare vie alternative al modello economico finora proposto. Carbonia e in particolare Villa Sulcis da anni ospitano attività culturali di rilievo, noi stiamo cercando di dare con Summer Is Mine continuità a quelle iniziative che hanno in qualche modo sfondato la porta e portato la cultura e cercato di valorizzare gli spazi cittadini.

Mi pare di capire che l’Associazione Cultuale Lee Van Cleef sia una realtà nuova. Chi c’è dietro? Sicuramente dei fan del Western comunque…
L’Associazione Culturale Lee Van Cleef nel momento in cui scrivo ha appena compiuto due settimane di vita, quindi sì, direi che siamo parecchio “giovani”. Dietro alla silhouette del villain per eccellenza, ci sono appassionati di musica, di arte e naturalmente cinema con esperienza pluriennale nell’organizzazione di eventi (il direttivo è interamente composto da membri dell’organizzazione di Ai Confini tra Sardegna e Jazz) ma soprattutto un gruppo di amici che volevano fare qualcosa per la città in cui sono nati e cresciuti. La decisione di utilizzare il nome Lee Van Cleef è stata presa quasi per caso, ci piaceva il suo faccione da cattivo sul grande schermo ma soprattutto il suo carattere mite nella vita di tutti giorni. Un bel personaggio insomma…
Parlami un po’ della line up e del mood del festival. Ho visto nomi di artisti sardi validi quali Grandmother Safari e Hola La Poyana, solo per citarne alcuni, ma sarà dei vostri anche Iosonouncane. Come avete scelto gli artisti?
La line-up l’abbiamo messa su in pochissimo tempo ed è stato abbastanza semplice: volevamo far suonare semplicemente chi ci piaceva e che ci divertiva. IOSONOUNCANE è uno dei migliori musicisti che la nostra generazione abbia conosciuto, è inutile girarci attorno,  è di Iglesias quindi conosce bene il disagio che sta attraversando il nostro territorio e  per giunta è un carissimo amico. Una scelta facilissima. I Fratelli Detroit sono tra i gruppi che secondo noi si stanno muovendo meglio nella nostra isola, stanno macinando kilometri su kilomentri per le strade sarde e si stanno facendo apprezzare anche in “continente”. Per chi non li conosce sarà una bella sorpresa. I Grandmother Safari ci piacciono proprio tanto, hanno carattere, sono bravissimi musicisti e ottime persone; dovrebbero chiudersi in uno studio di registrazione per far uscire questo benedetto album d’esordio, ma glielo si può perdonare. Personalmente ho apprezzato moltissimo Lazy Music for Dry Skin di Hola la Poyana, mi capitò per le mani qualche mese fa e me ne innamorai letteralmente. è stato uno dei primi nomi a cui abbiamo pensato.  Donnie è invece una delle mie recenti fissazioni: è giovane, tiene il palco benissimo ed è di Carbonia. Ha recentemente firmato un contratto con la Unlimited Struggle Recordins, etichetta di culto per l’hip hop e rap italiano e a settembre uscirà il suo esordio Musica Che Ha Sete. Sarà un set interessantissimo.


Quale è stato lo sbattimento più grande nell’organizzare l’evento? Da quanto tempo siete al lavoro?
Le difficoltà più grosse diciamo sono state legate alla burocrazia: da squadra operativa di festival e manifestazioni culturali non ci siamo mai dovuti occupare di leggi, statuti e norme di sicurezza. Districarsi negli uffici agli inizi è stato un incubo non lo nascondiamo, ma quando hai passione e sei motivato tutto passa in secondo piano. Operativamente siamo al lavoro da circa due mesi, abbiamo fatto i salti mortali per uscire e farci conoscere in così poco tempo. Dobbiamo ringraziare i nostri amici e la comunità del Pitosforo Art Music Bar che ci ha accolti e ci sta fornendo supporto logistico e, soprattutto, morale.


Dimmi un po’ del futuro, ci saranno appuntamenti invernali? Summer Is Mine nasce come progetto isolato o, come spero, avete intenzione di svilupparlo, magari come festival distribuito in diverse giornate, più in là?
Sì l’attività invernale di Lee Van Cleef per il 2014 prevede un impegno in questa direzione:  realizzare  un calendario di appuntamenti  musicali dal vivo  ricco di nomi interessanti, nazionali e sardi, e  questo  in collaborazione con altri soggetti del nord Sardegna. Se vogliamo, Summer Is Mine ha il suo battesimo quest’anno  in un  formato ridotto e limitato ad un giorno di musica. E’ nostro intenzione infatti per l’anno prossimo estenderne la durata e inserirlo nel luogo che meglio gli appartiene: l’ ex-grande miniera di Serbariu, ovvero quello che fu il centro propulsore dell’economia bellica nazionale e oggi simbolo della città con infinite potenzialità.   Crediamo che la miniera debba trasformarsi nel centro nevralgico del turismo culturale e centro attivo di produzione artistica.  La musica sarà protagonista ma non mancheranno le  mostre fotografiche e d’arte, cinema e documentari,  seminari e didattica,  public e street art. 

Trovate la facebook page di Summer Is Mine qui e l’Associazione Culturale Lee Van Cleef qui.
E trovate tutti in carne, ossa, microfoni, amplificatori e chitarre al Parco Villa Sulcis questo sabato 17 Agosto dalle 21… Auguri ai ragazzi dell’Associazione e buon divertimento signori e signore!

@velvetuzi




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sabato 3 agosto 2013

La Fille Bertha: nuvole, traslochi sulla luna e incursioni terrestri


“I was born
from a Cloud when it was raining deeply.. Growing older, I decided to move to the Moon...... Here, now, I feel quite comfortable, as if I had reached my real Home... for the moment! Sometimes, I prefer to use Symbols instead of Spoken Words.. Take a Furtive glimpse of my World.. Enjoy it!”

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È con questo invito che ci si addentra nell’immaginario visivo di La Fille Bertha, popolato da graziose ballerine le quali, impreziosite da accessori a forma di cuore, frecce indiane, colletti svolazzanti ed altri particolari surreali, sembrano riprodurre quella giocosa eleganza con cui Miu Miu e Valentino da sempre ci solleticano. Diversi sono i luoghi in cui le si incontra, dalle pareti dei centri sociali a quelle dei musei e, come in questo post, in fitti boschi sui tessuti di t-shirts e zainetti. Signorine misteriose che come dice LFB “Nascono sulla carta ed esistono prima in qualche luogo della mia mente dove sono “assopite”, come proiezioni spontanee che fluiscono e si strutturano all’interno di fogli di carta... Anche se poi, come sai, decidono spesso di “migrare”altrove”

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Ci presenteresti un po’ queste fanciulle?
In un certo senso loro si auto-descrivono quando si manifestano. Sai, mi piace l’idea che l’osservatore “fruisca” in modo libero e spontaneo della loro visione, non amo determinare lo sguardo altrui, e in fondo non credo che sia neppure possibile. Le vivo come creature ermetiche, effimere, quasi inafferrabili, a cui sento di essere legata da un rapporto molto forte che, in quanto tale, ha dei momenti intensamente belli ed altri più difficili e spigolosi. Direi comunque che, al momento, è come irrinunciabile.
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Scrivi di esserti trasferita sulla Luna, come ci si trova?
La luna è un luogo lontano e diverso dal nostro, un posto che non conoscevo e in cui ho potuto trovare “riparo”. Sai, viverci ha i suoi risvolti positivi, esso infatti rappresenta un mondo  immaginario e immaginativo, e credo che sia proprio questa dimensione ad averne favorito la sua permanenza.

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Nonostante tale provenienza spaziale alle volte si riscontrano particolari che richiamano il mondo animale. Due spazi diversi e al tempo stesso simili, sono infatti entrambi isolati e caratterizzati da un lato inesplorato, si tratterebbe di un’evocazione casuale?
Condivido l’analogia che hai fatto e sinceramente la trovo bellissima. Personalmente non credo molto nella casualità, ciò che appare tale, credo che provenga sempre da qualcosa dotato di senso, seppur “mistico”, o più semplicemente sconosciuto, non mentalizzato!. Sia nella Luna che nel bosco, non inteso come luogo necessariamente specifico e fisico, si può creare una realtà quasi di “decompressione” dalla realtà-reale, dove è possibile stare in silenzio, esplorare, e per questo trovare rifugio. Sono due “posti” accomunati da una sorta di atemporalità a me necessaria e perfetta per queste creature inafferrabili.

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Creature in cui ritrovo una finezza che, sebbene sfumi in tutte le tonalità dell’arcobaleno, sembra lasciar intravedere un’Ombra. La si scorge dalla forza del tratto scuro con cui sono segnate l’espressioni degli occhi o le capigliature nere che invadono il disegno..
Ancora una volta posso dirti che hai colto una parte della loro essenza, quell’ombra è ciò che le ha alimentate e continua a farlo, non dimentichiamoci che sono nate durante un giorno in cui il nubifragio era particolarmente intenso...

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E si intuiscono le nuvole da cui provengono, ma c’è un posto in cui ora vorrebbero andare?A queste signorine piace fluttuare e ancora una volta, la loro natura effimera, le tiene costantemente all’interno di questa circostanza. Diciamo che sono delle creature immerse all’interno di un divenire aperto, direi che fondamentalmente sono delle esploratrici incallite...
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Prima di salutarci ti vorrei chiedere se c’è in programma qualche progetto futuro in cui potremmo veder danzare queste ballerine?
Loro in fin dei conti non stanno mai al loro posto, svolazzano ovunque possa essere interessante! Sono nell’aria diverse loro dipartite, sia in territorio sardo, che nel resto dell’Italia...

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Un viaggio che diverse volte vi ha messo in contatto con altri artisti…
Si, esattamente. Collaborare è per me un modo fondamentale per crescere; al momento, come chi mi segue sa, collaboro spesso con Ufoe, così come con molti altri validi conterranei! Ho anche all’attivo una progetto molto speciale con altri tre disegnatori sardi (di un cui due donne), è uno scambio un pò all’antica, a quattrom, nato per il piacere di nascere e di cui magari potereste anche vedrete anche i frutti...

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Ringraziamo La Fille Bertha per averci regalato l’anteprima dello shooting realizzato da Nicola Massa, fotografo e belluomo spesso nostro graditissimo ospite. Siamo molto legate alla creatrice di Bertha che è stata con noi durante la presentazione di Bummer In The Summer l’anno scorso e siamo orgogliose di essere presenti in veste Nostal_gica nelle foto che vi presentiamo in questo post.
Trovate La Fille Bertha qui:
E trovate Nico Massa sul suo sito qui. O in giro in bici chè il ragazzo è uno di quelli. ;)

Intervista a cura di Nostal_chic



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