mercoledì 27 novembre 2013

MALASORTI: living nichos, connubi sardissimi e frastimus (in dub) che portano bene




La prima volta che ho visto il video di Malasorti ho mandato una mail entusiasta ad Enrico Ciccu, uno dei boss di Welcome 2 My Mondo e regista del video, complimentandomi in maniera scomposta e forsennata.
Mesi dopo eccomi qui con i Malasorti ben disposti a rispondere a tutti i miei quesiti alla vigilia dell’uscita del loro primo EP.
Per dire che non sono una frullallero qualunque: me le vado proprio a stalkerare le persone e le attiro con promesse di tè verde e torte agli Oreo.

Per chi non li conoscesse: prendete uno dei producer sardi più apprezzati (anche da noi di The SarDorialist) come Arrogalla e mettetelo in squadra con Emanuele Pittoni voce storica dei Ratapignata per un progetto dalle tinte dub (“Giustamente l’etichetta deve inserirci in un contesto” Mi dice Arrogalla: “Quindi dub sia, anche se non c’è solo quello…”), spolverate con abbondante dose di folklore latino e avrete Malasorti.

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Lo stile del duo è venuto fuori durante lo studio del concept del video: “Pensavamo a come presentare il progetto sul palco, ad identificarli anche a livello visivo”, ricorda Enrico Ciccu di Welcome 2 My Mondo: “Ed ecco che Lele ci ha spiegato quello che aveva in mente: i nichos messicani e tutto l’immaginario intorno. Abbiamo poi fatto tradurre l’idea in pratica a Luca Cabboi che si è occupato del make up avvalendosi anche dell’aiuto di Mau Kahindra e abbiamo finalmente ottenuto i nostri veri nichos malasortiani.”

Lele Pittoni mi spiega con dovizia la genesi dell’idea: Dopo le prime prove, ho iniziato a pensare al set, a come porci su un ipotetico palco. Fare un concerto senza nessun elemento scenico, soprattutto quando non ci sono strumenti musicali veri (parlo di basso, batteria e chitarre), può determinare, soprattutto nel pubblico un senso di vuoto. La gente vede un palco scarno dove due persone fanno un genere abbastanza difficile e il più delle volte si rischia di rientrare in un clichè tipo “rapper-dj" che non ci appartiene. In questi casi poi il cantante è sempre davanti e prende tutta la scena. Nel nostro caso siamo una cosa sola: cantante e dub master e proprio per questo ho pensato ai nichos messicani, alla loro unicità. Parliamo di una scatolina in cui si ricrea un ambiente unico dove tutto è indivisibile e fondamentale. Un unico nicho gigante musicale pieno di colori e fiori.”
E sul set siamo sullo stesso piano letteralmente!”, aggiunge Arrogalla: “Ci posizioniamo affiancati: lui col microfono e io con i miei strumenti. E’ strano per me, sono abituato a stare più defilato, ma la cosa mi piace: ha un senso”.

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Nasce spontanea qualche domanda sull’incontro e sulla decisione di lavorare insieme. Arrogalla sorride e spiega: “Ho lavorato con i Ratapignata al remix di “Dubba prus a forti”, un pezzo che tuttora mi piace molto e che svelava una sorta di connessione “giusta” fra il mio sound e un loro pezzo piuttosto rappresentativo. Il risultato è stato frutto di discussioni molto stimolanti e di un po’ di lavoro. Una volta finito abbiamo parlato, parlato, parlato e da lì abbiamo capito che avremmo potuto collaborare.
Personalmente mi piaceva l'idea di creare delle linee vocali che si adattassero al suo stile.” Aggiunge Lele: “ Nei progetti di Arrogalla esiste sempre una componente suggestiva, melodie molto accattivanti che rendono il brano originale e allo stesso tempo coinvolgente. Per questo abbiamo iniziato a provare e, in brevissimo tempo devo dire, abbiamo trovato un feeling e un suono "malasortiano" in cui convivono benissimo i suoi e miei gusti musicali. Secondo me il suono riprende il dub delle origini (King Tubby e Scientist o Mad Professor) filtrato attraverso lo stile originale di Arrogalla. Io cerco di inserirci delle linee vocali chiare e semplici. E’ infatti quasi sempre presente una strofa e un ritornello che si rifanno a uno stile più simile agli Almamegretta di Sanacore o, in altri casi, riprende lo stile dei primi brani early dub giamaicani reinterpretati in chiave più moderna.”

La scrittura diventa subito oggetto di discussione. “
Malasorti”, il pezzo intendo, è una sorta di indovinello, in cui non si esplicita mai il significato e il parlare per metafora rivela un’attitudine simile a quella dei cantadoris sardi.
Chiedo a Lele se sia il frutto di una ricerca e di un’evoluzione o semplicemente il modo di scrivere che gli riesce più naturale. La risposta è pronta: “Gran parte dei miei testi sono stati scritti pochi istanti dopo aver sentito le proposte musicali di Arrogalla. Ogni suono ricrea dentro di me immagini, momenti, emozioni che ributto fuori subito come testo e linea vocale. Individuo al volo strofa e ritornello e tutto in tempi molto brevi. Ovviamente si tratta di idee che poi vengono plasmate e amalgamate sul brano, ma l'idea di base è quasi sempre quelle scovata al momento. Malasorti è un testo che per me ha un significato preciso, è un testo contro ogni tipo di violenza, ma poi ognuno può trovarci il significato che vuole.”

L’utilizzo del sardo, in particolare, mi ha colpito da subito.
Quello che, in teoria, è un linguaggio “di nicchia” invece, piuttosto sorprendentemente per il mio gusto personale, assume allure internazionale.
(Sì, ho detto “allure internazionale”, denunciatemi.)
Guarda, io capisco il tuo discorso”, mi dice Arrogalla annuendo: “Ma sappi che a volte c’è un preconcetto legato alla lingua sarda derivante dal fatto che spesso chi scrive testi in sardo lo fa in maniera un po’ costruita, poco naturale, giusto per dire “Ehi, cantiamo in sardo!” ma se un pezzo non funziona, a mio parere, non lo farà funzionare il fatto di cantarlo in una lingua diversa. Se un pezzo funziona invece e la scelta del sardo non è tale, cioè se NON è una scelta a priori ma la naturale inclinazione espressiva di chi scrive allora avrai un linguaggio interiorizzato e che fa presa anche su un pubblico che non conosce quella lingua. Di questo abbiamo dimostrazione quando suoniamo in giro. Siamo stati al Tundra Festival in Lituania per esempio, e il pubblico ha risposto molto bene.”

“L'esperienza al Tundra Festival è stata bellissima”
Aggiunge Lele: “ Abbiamo portato un progetto musicale appena nato, non proprio ben definito e ancora da testare fino in fondo. Ma le idee erano chiare e la serie di brani ben architettati per far ballare la gente. La location era fantastica, un bosco fitto fitto di alberi e noi in mezzo, su di un palco piccolo ma con un impianto bomba . I nostri visi dipinti, la musica e l'ambientazione nicho-in-mezzo-al-bosco hanno creato un atmosfera pazzesca. Hanno ballato tutti e l’ora a disposizione è volata in un continuo scambio di emozioni tra noi è le centinaia di persone davanti.”

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Chiedo a questi gentiluomini cosa dobbiamo aspettarci dal set di giovedì 28 Novembre all’Old Square: Ci sarà infatti il release party del loro primo EP “
Frastimus in dub” che uscirà in digitale per LCL e Arrogalla mi anticipa alcuni dettagli: “Pensiamo ad un set dai tempi giusti e intenso. In prova stiamo analizzando tutto, possiamo essere davvero “pibinchi” ma è giusto così. Saremo supportati da Welcome 2 My Mondo e questa collaborazione ci rende fieri, è davvero un lavoro in sinergia il nostro, un lavoro in cui abbiamo la musica in primo piano e un’ottima base visual anche grazie a Gianluca Marras (Marjani Aresti) che si è occupato delle grafiche e che sarà con noi  in fase attivissima durante il concerto.”

“Marjani è un artista cagliaritano” Dice Lele: “E ci accompagnerà durante il set con una performance di live painting. Immagino saremo un nichos con dentro altri nichos creati da lui durante l'esecuzione dei brani. Sta facendo un lavoro bellissimo, nel creare le illustrazioni dell'EP riesce a gestire con formidabile maestria le immagini del progetto. Giovedì sarà un momento importante perchè presentiamo Malasorti una volta per tutte, senza mezzi termini. Ormai il progetto è maturo per sostenere un live che non farei mai senza tappeti messicani, fiori, nichos, calavere, visi dipinti. Senza tutto questo non avrei nulla da dire e non potrei prendermi la libertà di entrare in un altra dimensione fatta di scatoline messicane sonore.”

Non dimentichiamo che il 28 sarà con noi anche Lata, un producer cileno molto bravo, che fa un mix di cumbia e altre sonorità latine in salsa electro.” Conclude Arrogalla: “Farà un set divertente e siamo contenti di essere riusciti ad averlo con noi visto che è nel bel mezzo del suo tour. Arriverà fresco fresco da Parigi, dove si trova in questi giorni per una data, e ripartirà subito dopo per Londra. Merita davvero!”

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Insomma, per quelli di voi curiosi di entrare in un nicho vivente e sonoro l‘appuntamento è giovedì 29/11 all’Old Square (Cagliari, Corso Vittorio Emanuele 44). Malasorti presenterà “Frastimus in dub”, Marjani Aresti si occuperà del live painting e Lata proporrà il suo set electrolatineggiante.

Fossi in voi verrei, dicono che i frastimus in dub, al contrario di quelli che non lo sono, portino molto bene...


@velvetuzi
 
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