martedì 28 febbraio 2012

Academy Awards 2012. Pensierini sarDorialisti sul red carpet.

Mi guardavo il red carpet in streaming l'altro ieri e vedevo alcune stronze molte belle che raccontavano ai giornalisti che il periodo degli awards è stressante e meno male che è appena finito perchè non ne posso più di questa fatica dei premi e delle foto e via dicendo.
Senti un pò cretina, se vuoi facciamo cambio e tu pensi a tornare a casa esausta e ritinteggiare la parete della camera previo trattamento al cloro per uccidere le muffe (lanciato verso la parete tipo napalm) e io faccio l'oscena fatica di indossare un Vionnet, delle Ferragamo, farmi truccare dal team Nars per poi rispondere a 3 domande sceme di quella cricca in fila col microfono (1."Cosa indossi?" 2. "Come ti senti? Sei tesa?" 3. "Cosa pensi delle altre nominate? Quale film concorrente ti è piaciuto?").
Cara star stressata dagli eventi, ma vaffanculo va, con simpatia eh.

Ecco la recensione dei vestitini, abbiamo ovviamente dei promossi e dei bocciati suddivisi per categorie opinabili.

PROMOSSE

BIANCO
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Gwyneth Paltrow indossa un Tom Ford vagamente da supereroe e ditemi voi se io posso bocciare un supereroe minimal chic.
(No, non posso e Gwyneth è stata una delle mie preferite dell'intera serata.)
Rooney Mara con l'allure Lisbeth-iana ha un pò rotto i coglioni: brava tesoro, ti sei proprio immedesimata, il ruolo non era semplice, le scene difficili, la grande sfida con sè stessi, Pat McGrath che ti taglia le sopracciglia, i fans del romanzo, i fans della Rapace ma MOBBASTA con l'ispirazione goth, ti prego. Nonostante questo il Givenchy è adorabile e il make up ineccepibile e in linea col personaggio ergo Rooney, per te Miss Italia continua.
Olivia Spencer indossa un Tadashi Shoji che dimostra che le opzioni per una donna curvacea non sono solo le classiche 3:
1. Coprirsi con una cappa nera e credere di essere chic giusto perchè si vede solo la faccia (leggi: lo stylist sa vestire solo modelle peso max 40 kg lordi. LICENZIALO) 
2. Strizza, scolla, strigni: c'hai i Kg in più? Sei bbbona. abbona. 
3. Ok, la stagione degli Award è vicina tesoro, questa è la cocaina e questi i lassativi. Se hai bisogno chiama chè c'abbiamo anche le anfetamine.
Octavia Spencer è vestita in modo seducente ma non volgare, brava, dico io.
Milla Jovovich ha scelto un Elie Saab. (Davvero? Volete che vi svolga un tema sulla giustezza old-hollywoodiana di questa donna?)


NERO
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Sua Maestà Angelina indossa un Versace creato in esclusiva (agli Oscar farsi fare le robe in esclusiva è più semplice). Velluto nero e proporzioni crescenti à la Westwood non sono facili da indossare (e se l'avesse indossato qualcun'altra non avrei avuto pietà) ma lei fa funzionare tutto grazie alla gamba bianchissima regalata dallo spacco e ad un trucco&parrucco bugiardo ("Ho asciugato i capelli col phon della Imetec e mi son messa un pò di rossetto, niente di chè, manco pensavo di venire..."). Lodi per aver colpito il pubblico con un insieme che su un altra sarebbe sembrato solo un capitombolo su un paramento mortuario invernale.
Tina Fey in un Carolina Herrera  che sarebbe piaciuto a Audrey Hepburn ci dimostra che ponderare la scelta e scartare le ipotesi troppo eccentriche può essere lodabile ed evitarti un disastro.
Nina Garcia in Gaultier la promuovo perchè si può lavorare nella moda ed fare a meno di arrivare alle occasioni mondane vestite come pappagalli ara sotto acido per dimostrare che ehi, io lavoro nella moda e mi diverto coi vestiti e coi cappellini! Brava la Garcia che si veste per sè e per l'evento e non per i siti di fashion addicted isteriche.
Kate Capshaw non so cosa indossi e non l'avevo notata prima di leggerne la recensione positiva fatta da Superqueen (date un'occhiata alle sue impressioni sul red carpet). Effettivamente l'abito ha un sapore anni 30 molto interessante, non ostenta ma ha personalità. Brava Kate, dì a tuo marito che War Horse mi ha scartavetrato le balle già dal trailer, baci e abbracci a te e famiglia.

COLORE
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Glenn Close in Zac Posen spacca, è la verità. Questa donna ha un chè di regale e fareste meglio ad ammetterlo se tenete al coniglietto di vostra figlia.
Emma Stone indossa un Giambattista Valli dal colore acceso e dalla silhouette effettivamente già vista ma questo è uno dei (pochi) casi in cui se il vecchio trucco riesce si applaude.
Kate Mara, sorella maggiore di Rooney, è graziosissima nel suo Elie Saab e io la promuovo anche se in questa foto ci regala quello sguardo lievemente inquietante tipico di Hayden McClaine, il personaggio che interpretava in American Horror Story.
Ah, Bijou Phillips! Era lì per accompagnare l'amica Michelle Williams e anche se il suo abito Dolce&Gabbana non è stato apprezzato da molti io ho un debole per quel pizzo grosso, per il color petrolio e per la piccola follia di abbinarci delle scarpine fucsia. Denunciatemi.

GOLDEN GIRLS
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La vittoriosa Streep indossa un Lanvin "etico" per il quale sono state utilizzate delle stoffe aderenti al Green Carpet Challenge di Livia Giuggioli (che però era vestita malissimo senza se e senza ma a causa di quella specie di "taschina" sul corpetto). Meryl si è anche presa la statuetta, avrà pur diritto di indossare un peplo dorato, no?
Jessica Chastain indossa un McQueen che conosco bene e adoro: lei è bellissima e fa funzionare l'abito. Niente di negativo da rilevare.
Ora, io so che molti saranno in disaccordo con me nel promuovere il Marchesa della nuova tipa di Clooney (Stacy Keibler). Nemmeno io vado pazza per quel rosellone che le sbuca dalla spina iliaca antero superiore ma lei è tutta sorridente e aggraziata, si muoveva molto bene e io ci sono cascata.
Una parola su Sandra Bullock. L'abito (Marchesa) è bellissimo, i dettagli dorati arricchiscono un modello che io indosserei un giorno si e l'altro pure ma vogliamo parlare del suo viso? Ho notato il primo piano grazie ad un link della sopraccitata Superqueen e devo proprio dire che la faccia gelata dalla pistola di Mr.Freeze di Batman non dona a nessuno. Era contenta? Era triste? Era imprigionata nel suo corpo? Certamente i suoi muscoli facciali non ci aiutano a risolvere l'arcano...

BOCCIATE

ERO CONVINTA DI FAR BENE MA FORSE SAREBBE STATO MEGLIO DI NO
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Jennifer, ti assicuro, l'abbiamo capito che sei bona, ce lo dici dal 1999. Ora basta. Si vede, ti conservi alla grande, uh, quanto sei gnocca, ora copriti. (NB L'abito è un Zuhair Murad)
Da un estremo all'altro ecco Shailene Woodley (Valentino) che ha una stylist a cui vorrei ricordare che fra la slutness di Claudia Koll pre-conversione e la pudicizia di Claudia Koll post-conversione c'è tutto un range di possibilità e che va bene non spogliarsi ma il saio non è necessario.
La terza è Berenice Bejo in un Elie Saab che sulla carta non è male ma di fatto sembra uno dei miei esperimenti col decolorante di coloreria italiana su un tessuto lavorato. La lavatrice ancora mi guarda con sospetto dopo quei tristi avvenimenti di trasformazione (in peggio) di indumenti random.
Anna Faris in Diane Von Furstenberg.
Da dove comincio? Dal fatto che è evidente che le abbiano fatto uno scherzo e le abbiano mandato l'indirizzo del party di compleanno a Las Vegas di una Kardashian a caso ma scrivendo indirizzo e orario del Red Carpet degli Oscar? O preferite che commenti l'amara burla del parrucchiere che le ha fatto un caschetto caterinacaselliesco? Va bene, si è resa protagonista di quella merda di Scary Movie ma questa è crudeltà vera.

BUONA FEDE ED EPIC FAIL
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Lo so Michelle, ti hanno detto che questo Louis Vuitton era sbarazzino, da regazzina, che abbinarci la clutch rosa era una grande idea, che quella collana ci stava alla grande.
Mentivano Michelle.
Mentivano.
Altro giro e altro colpo al cuore con Natalie Portman che indossa un Dior vintage del 1954, molto costoso (50.000 $, si, lo so, non ditemi niente). E' un abito bellissimo non fosse che è a pois. Come un ombrello. Come le calze di una che va ai concerti ska. Come la stampa di un cappottino per cani. Come cazzo ti è venuto in mente Natalie?
Viola Davis invece mi ha creato dei problemi. Dai capelli al sedere va tutto bene (e sia lode alla decisione di percorrere un red carpet così importante con la sua chioma naturale: sta benissimo). Poi un gatto le è impazzito davanti e ha squarciato la gonna del Vera Wang lasciandoci con un palmo di naso, il cuore pieno di sassi, la faccia piena di schiaffi e qualunque altra minchiata cheap dica quella canzone orrenda di jovanotti.
Melissa Leo non me la so spiegare. L'opzione più credibile è che abbia perso una scommessa.

Vi abbraccio, non pensate male di me, queste cose le dico per il vostro bene.

@velvetuzi



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mercoledì 15 febbraio 2012

Money is the cheapest thing


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Da ieri è tutto un fiorire di commenti sul festivaldisanremo, negativi o positivi non importa perchè la realtà dei fatti è che in un paese considerato civile non dovrei nemmeno sentirne parlare.
Vi do il mio umile consiglio per un'opzione valida, anche se sarebbe un'opzione valida perfinanco spiare il figlio dei vicini che compra l'erba da un pusher all'angolo della via, sfondarsi di Lindt di San Valentino (ricevuti da qualcun altro ovviamente) o purgarsi violentemente, per dire.  Mi piacerebbe suggerirvi di guardare (o riguardare) un documentario che parla di stile dedicato a colui senza il quale il nostro Scott Schuman non farebbe tutti i soldoni che fa: Bill Cunningham.
Mr. Cunningham fotografa street style da molti anni per il NY Times e la sua storia, la sua etica, la sua visione sono molto interessanti e ben raccontati in un documentario del 2011 diretto da Richard Press che si chiama "Bill Cunningham New York" e che mi sento di proporvi come alternativa alla kermesse festivaliera più imbarazzante del mondo, come se in Italia avessimo bisogno di altri motivi d'imbarazzo e, ehi, se stavate pensando che l'Eurofestival è più trash, ebbene lo sarà pure ma almeno è oggettivamente meglio del tragico e lunghissimo monologo di un milionario che monopolizza i quotidiani il giorno successivo.
Insomma, mi fareste contenta se non guardaste quell'orrenda gara canora totalmente priva di senso (a meno che non siate dei vecchi democristiani nostalgici, in tal caso godetevi pure Francesco Renga).
Il mio consiglio è di preferire la storia di Bill Cunningham, per esempio, all'outfit di Nina Zilli (no tesoro, non basta farsi vestire dalla Westwood e pettinare dalla Duchessa di Polignac per scongiurare un solenne epic fail. Non so cosa ci sia da salvare cara ma l'ultima ratio potrebbe essere presentarsi sul palco fatta di anfetamine e far pipì sul pubblico à la GG Allin: sarebbe comunque un passo avanti, sai? Perlomeno a casa mia avresti un'impennata di consensi.).

Ecco alcuni momenti clou di "Bill Cunningham New York":

Fans#1: Wintour
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Fans#2: Iris
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Fans#3: La Carmen
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Sui soldi:
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Su come risolvere buona parte dei problemi:
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Sul sorriso da fare nel momento in cui un superiore cazzia un buttafuori idiota che non ti riconosce (dopo aver magari fatto entrare una fashion blogger italiana nonsense a caso):
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Il trailer:


Vi consiglio anche il sito del film e, ovviamente, le collaborazioni di Super Bill con il NY Times.

E vi bacio tutti, ça va sans dire
@velvetuzi

PS
Se proprio vi sentite in vena sanremese, vi consiglio l'account twitter di un collettivo antisanremese guidato dal mio adorato&glorificato Costantino Della Gherardesca: verità in forma di twit-cronaca all'indirizzo @sanremochiuso.
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venerdì 3 febbraio 2012

C'è un'italiana, un'americana e un colosso del fast fashion svedese...



Chi bazzica nella nostra pagina Facebook sa bene quanto poco ritenga valide alcune blasonate collaborazioni fra maison di moda e assi del fast fashion ma ricorderà la mia aspettativa per la collezione di Marni per H&M.
Ebbene, il promo diretto da Sofia Coppola (cuori, per la miseria, cuoricini a go-go e senza vergogna) sembra darmi ragione. 
Le stampe Marni-ose mi ricordano delle robe che mia madre indossava in alcune foto di fine anni '70 e, per la prima volta nella storia, mi spiace non aver vicino uno degli store selezionati per ospitare l'evento.

Vi consiglio di dare uno sguardo al video di backstage, ne vale la pena anche solo per i look che Sofia Coppola e Consuelo Castiglioni sfoggiano durante lo shooting a Marrakesh. 
Anche la canzone utilizzata nello spot è di un tipino elegante, quel tipino là che ha suonato al party del matrimonio di Kate Moss...



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giovedì 2 febbraio 2012

Die Antwoord. Non capisco nè Afrikaans nè Xhosa ma mi fido. Mi fido.

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Mettiamo il caso che la sottoscritta sia stata totalmente conquistata da un gruppo hip hop sudafricano.
Mettiamo anche il caso che il loro primo album ($O$, 2009) mi sia gradito, mi elevi l'umore e mi trattenga dal picchiare con l'ombrello fucsia (rotto, coi ferri sporgenti, probabilmente veicolante Clostridium Tetani) le regazzine maltruccate e urlanti che mi rubano ossigeno sull'autobus.
(Care, un pò vi ha rovinato la make up guru di youtube sbagliata, un pò vi ha rovinato Uomini&Donne, un pò vi hanno rovinato li mortacci vostri.)
Ecco, mica pensereste male di me per questo?
Attendo dunque con grande fiducia l'uscita del nuovo album (Ten$ion ) e intanto mi faccio dilettare dai video dei nuovi singoli "Fok Julle Naaiers" e "I Fink U Freeky" che proseguono quell'adorabile e puccioso filone disturbante che tanto ci piace (Topi! I baffi di Ninja! Gente con denti strani! Gente senza denti! Yolandi che è gnocca anche quando si traveste da spettro magro magro!).




Tutto figo ma il pigiama di Pikachu vince a mani basse.



Se non vi viene da ballarla agitandovi moltissimo c'è qualcosa che non va in voi. Io le tipe del bus non le picchio ma mi verrebbe proprio da dar loro in testa l'ombrello a tempo.



Per Alexander Wang SS2012 coi tatuaggi lo-fi (pretty wise!) e il mascara bianco. 




Vi abbraccio, voi mi siete cari e non vi picchierei mai sull'autobus.


@velvetuzi
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