(di Tostoini)
Quando Velvetuzi mi ha detto di "5" la mia prima reazione è stato l'entusiasmo. La meraviglia, l'amore, l'armonia fra i popoli, la gioia di condividere le cose meritevoli con l'universo tutto!
E' durato qualche secondo.
Poi è subentrato l'odio. Ma come, cinque? Cos'è, uno scherzo di cattivo gusto? Cosa me ne faccio di appena cinque nomi? Eh?.
Poi ci si stupisce che quello lì col nome che comincia per Nick e finisce per Hornby ci abbiamo messo in piedi su un romanzo intero sulla disperazione delle liste.
Cinque sono pochi. Cinque non bastano. Cinque lasceranno comunque fuori troppe cose importanti. Pazienza.
Arthur Rackham
Fanciulle con capelli fitomorfi, piante intricate dalle intenzioni ambigue, animali dall'aspetto di personaggi dickensiani. E dettagli, dettagli, dettagli. Mattoni sassolini fiori pieghe di vestiti peluzzi finestre traforare broccati. No, le fiabe non sono un posto di animali canterini, colori piatti e semplificazione. Le fiabe sono un posto ambiguo in cui l'affascinante e lo spaventoso convivono allegramente, il grottesco, l'orrore e il sublime sguazzano assieme nella stessa pozzanghera. Guillermo del Toro, per dire, che è mica l'ultimo pulciaro, per il suo Labirinto del Fauno è andato a riguardarsi le illustrazioni di Rackham.
Edward Gorey
Eccone un altro che oggi avrebbe i picchetti del Moige sotto casa. Cosa c'è di più innocuo di un abbecedario? Non foss'altro che la A è la A di Amy che è caduta dalle scale, la B di Basil che se lo son magnato gli orsi e via defungendo. Gorey ci ha regalato le gioie dello humour nero e del bianco e nero. Se vi chiedete da dove viene fuori gente come Tim Burton, ecco, arriva da lì.
Tom Gauld
La mia stima per Tom Gauld nasce dal fatto che ha bisogno di pochissimo per raccontare, far ridere, illucidirti gli occhi a tradimento, il maledetto. Omini che non sono molto di più di un tratto di linea nera, una palletta come testa e un corpo conico. Mettici poi che ha un umorismo surreale, straniante. Ah, anche lui sembra avere un debole per gli alfabeti.
Simone Rea
Simone Rea disegna topi con golfini infeltriti ed infradito che vorresti come coinquilini, rane dagli occhi pallati che potrebbero stare in un racconto giapponese e un infinito bestiario di animali da battere le mani per la contentezza. La realtà di fatto è che lo trovo bravo in un modo talmente eclatante che se dovessi spiegare a qualcuno perché finirei per avere quell'aria di esaltazione mistica di un ciccione al Comicon durante il panel di Game of Thrones, e temo che non gli renderei un buon servizio.
Sara Gavioli
Io non l'ho ancora capito cosa gli mettano nell'acqua ai bambini della Bassa, che poi viene fuori gente come Sara Gavioli. Sara è già brava, ma soprattutto ha tutta l'aria di qualcuno che ci potrà dare delle gran belle soddisfazioni in futuro, ed ecco perché sta nei miei cinque: perché non vedo l'ora di vedere che altro uscirà dalle sue matite.
Tostoini è Roberta Ragona ed è un'illustratrice che io amo molto: intelligente, tratto semplice, non molti fronzoli, dritta al punto e capace di aprire, a chi osserva le sue tavole, delle finestre sul suo universo personale popolato da sè stessa, gatti fantasma, elucubrazioni divertenti, pillole di vita quotidiana, tartarughe (of course) e il mio adorato Alphonse, un...ehm..coniglio che in realtà è un ratto vestito da coniglio.
E tanto altro.
E' stata così gentile da segnalare per The SarDorialist 5 illustratori che tutti dovremmo conoscere facendomi contenta ed è meglio che smetta qui perchè quando parlo di Tostoini dimentico quanto io sia una brutta persona che odia la gente e mi si illuminano gli occhi per l'amore.
@velvetuzi
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