In genere questi ultimi sono messi insieme da terribili fashion blogger e a tal proposito ho due cosine da dire su quello che mi fa schifo assai in una recensione di moda:
1.DESCRIVERE LA COLLEZIONE DESCRIVENDO L'IDEA DI DONNA DELLO STILISTA
Disapprovazione.
Lo fanno anche i migliori (magari loro lo fanno bene e hanno il mio perdono) ma usare eccessivamente la descrizione della donna che vestirebbe gli abiti in questione mi inorridisce anzichenò: "E' una donna libera e sicura di sè quella di XXX, una donna che si mostra fiera e che fascia la sua regione xifopubica di chiffon...".
Dite quello che volete ma è un manierismo antico, eccessivamente utilizzato e poco piacevole da leggere.
2.DESCRIVERE I TREND DELLA NEXT SEASON USANDO ENGLISH TERMS A BUTTARE E VABBE' CHE LO FACCIAMO TUTTI MA SE ABBIAMO UN HEART E ABBIAMO MAI AVUTO UN TEACHER DI ITALIANO CE NE DOBBIAMO SINCERAMENTE VERGOGNARE
"Il trend per la next season è l'outfit mix'n match ma budget friendly e con i tips degli editor anche le non insider possono osare un rearranging del proprio wardrobe."
Ma VAFFANCULO.
Se pensi di farmi credere di saper scrivere di moda usando locuzioni inglesi a profusione, hai sbagliato svolta al semaforo tesoro.
(E sì che, ripeto, usare troppi termini stranieri è ormai prassi ma in questo periodo ho letto roba veramente senza vergogn... uh, pardon, SHAMELESS...).
3.SEDICENTI ESPERTI DI MODA CHE SCRIVONO A FRONTE DEL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE CHE I 15 KG DI RYAN AIR IN CONFRONTO SONO UN MIRAGGIO ANNAPIAGGESCO
La pochezza dell'improvvisato critico di moda è data dal fatto che la moda, quando è fatta bene, catalizza altri elementi culturali presenti e passati (a volte futuri, ma bisogna essere davvero bravi per captare questi ultimi).
Gli stilisti più talentuosi (certo non sto parlando dei disperati che scelgono testimonial volgarissime ma sulla cresta dell'onda) creano la collezione ispirandosi ad uno o più riferimenti (musica, cinema, letteratura, arti visive). Se colui/colei che scrive di quella collezione non possiede un background culturale abbastanza consistente la recensione diviene quello che il mio capo (che non fa il critico di moda) chiama "epico pasticcio di merda" dove a farla da padrone sono gli unici riferimenti culturali dell'aspirante Suzy Menkes de noartri (scusa Suzy!) che sono inevitabilmente:
-Personaggi di Gossip Girl
-Personaggi di Sex&The City
-Kate Moss
-Personaggi di Gossip Girl
-Personaggi di Sex&The City
-Kate Moss
4. L'INDIPENDENZA DEL FASHION BLOGGER CHE RICEVE L'INVITO
Le velate polemiche dei bloggers nei confronti dei giornalisti addetti ai lavori sono disarmanti. Qualche anno fa dichiarazioni programmatiche d'avanguardia ("Noi più vicini alla ggggente, all'utente finale mentre i giornalisti, 'sti stronzi, asserragliati dietro le mura delle case editrici: venduti! Noi pareri onesti, noi rivoluzionari del web, noi LIBERTE', FRATERNITE', GIANFRANCO FERRE'!") e ora, quando ricevono i tanto agognati inviti alle sfilate è tutto AMAZING, AWESOME, CHIC e non fa mai cagare niente.
Bravi.
5. LE OCCUPAZIONI DEL FASHION BLOGGER CHE NON RICEVE L'INVITO
L'assalto al forno delle grucce come l'ingresso dello show di Moschino.
Non so se faccia più tristezza la recensione positiva a fronte dell'invito o la mancata ricezione dell'invito con le sue tragiche conseguenze fra le quali cito:
-La fila fuori insieme ad altre frotte di mentecatti con la macchinina fotografica per cercare di entrare (tipo cricca di borgatari maschi in fila fuori dalla discoteca più in voga della città a contrattare col buttafuori).
-Inseguimenti di un VIP della moda per farcisi la foto insieme (non fa tanto muro di un ristorante della costiera amalfitana con le foto di Davide Mengacci col pizzaiolo?).
-I post coi "bottini fotografici de guera" featuring: Anna Dello Russo, una blogger svedese a caso, Scott Schuman e Garance Dorè (gente che fa foto a gente che fa foto a gente che fa foto), la cugina dell'assistente in seconda della cameriera di Carine Roitfeld, Anna Wintour da lontano (in genere il mostro di Loch Ness viene più nitido, alcune foto di Anna Wintour sono state giudicate false da Paolo Ayo, l'esperto di foto aliene di "Mistero").
E insomma, vabbè che è meglio fare orrende recensioni di moda piuttosto che drogarsi ma...Ehi, un momento, forse anche no.
Forse.
Anche.
No.