giovedì 19 gennaio 2012

Alcatraz. E' pur sempre un'isola coi misteri.


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La locandina mi ricorda qualcosa.

Da un certo punto in poi, niente è stato più come Lost e so che quel finalaccio là vi ha delusi tutti ma io l'ho giustificato e me lo sono pure fatto piacere. La serie ha avuto un punto di non ritorno (forse più di uno) a partire dal quale nessun finale sarebbe mai potuto essere all'altezza e dunque, da parte della sottoscritta, è partito tutto un discorso tipo "Dai ragazzi, era difficile, bravi così...".
E' finita ma vi ho perdonato.
Fringe è arrivato troppo presto, come il tipo che ti sembra quasi interessante non appena chiudi una storia seria ma in fondo non ci vuoi avere troppo a che fare e quando comincia a chiamarti per chiederti dove sei già ti sembra stalking e decidi di chiudere passando per stronza ("...E mai più mettermi in queste situazioni, porca miseria ladra, maippiù!") e così di Fringe vidi solo il pilot e non era male ma ehi, no no grazie.
E' passato un pò di tempo e, parlando di roba con lo zampino di JJ, ho evitato (ignorato) Person of Interest e Undercovers ma ora che il periodo di decompressione può considerarsi sufficientemente lungo ad Alcatraz ho dato una chance. E' arrivato il momento della solita prova-pilot (la prova-pilot è indicativa ma non assoluta, si sa) promossa anche dal fatto che ormai per me lunedì c'è solo Pan Am.
Si, ogni tanto guardo Pan Am e il chè è deprimente se pensate che praticamente lo faccio solo per ammirare la riga di eyeliner delle hostess, non mi frega nulla di chi si fa chi, delle spie, i comunisti, i messaggi in codice; mi basta guardare quelle perfette linee di eyeliner e quei blush impeccabili.
Tornando a JJ, debbo dire di aver imparato ad accettarne i limiti, in primis il fatto che sia stato uno sceneggiatore di Armageddon. Si è redento con Lost, certo, ma ha pur sempre una mente che produce in maniera random genialate o porcate straordinarie per cui non sto lì ad aspettarmi lo stato di grazia perpetuo. Va bene così.

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Alcatraz parte con una premessa: la celebre prigione, situata in un'isola (si, un'altra) nella baia di San Francisco, fu chiusa nel '63 a causa degli alti costi di gestione della struttura.
Dicono.
In realtà le cose, secondo il team di sceneggiatori (Abrams produce con la sua Bad Robot), non stanno esattamente così. La struttura chiuse perchè un bel giorno, PUF!, tutti i presenti nell'isola sparirono. Guardie e ladri, delinquenti e secondini, tutti volatilizzati contemporaneamente e improvvisamente.
Da qui in poi la storia si snoda su due binari temporali che ci mostrano flashback del 1963 alternati ad avvenimenti contemporanei, questi ultimi caratterizzati dal ritorno ai giorni nostri dei galeotti. Nessuno di loro (surprise surprise!) è invecchiato rispetto al passato.
Si sa, i delinquenti delinquono e i delinquenti del '63 misteriosamente-riapparsi-freschi-come-roselline non fanno eccezione ed è qui che interviene la cavalleria: una giovine detective biondina  (Sarah Jones) s'imbatte in un omicidio compiuto da una canaglia anni '60 in versione 2.0. La ragazza trova degli elementi che collegano la scena del crimine con la vecchia prigione e si avvale dell'aiuto del nostro amato Jorge Garcia che interpreta il Dr. Diego Soto, storico di Alcatraz e proprietario di un negozio di fumetti, personaggio che conserva alcuni tratti umoristici di Hugo "Hurley" Reyes di Lost.
I due vengono reclutati da una squadra dell'FBI capitanata da Sam Neill (oh la-la Dr. Grant di Jurassic Park!) in cui figura la Dr.Baneerje (Parminder Nagra, i fans di ER la ricorderanno come la Dr. Neela Rasgootra) e subito appare chiaro che questi ultimi, nonostante apparentemente si giochi nella stessa squadra, sanno delle robe che noi non sappiamo e, ovviamente, non vogliono dircele.
La serie sembra procedere con un caso (leggi: un malfattore vintage) a puntata e se ogni episodio appare come una storia a sè, quella del detenuto e delle sue vittime presenti e passate, e con una propria conclusione, è tuttavia da iscriversi in un quadro più ampio in cui la fa da padrone il bug spaziotemporale (sempre lui) e la solita serie di segreti terribili che qualcuno non vuole svelare.
Il lavoro appare ovviamente meno ambizioso di Lost. Questa differenza sostanziale non impedisce al team di sceneggiatori di esplorare tematiche care all'universo sci-fi Abrams-iano e rappresenta anche il punto di forza della serie: paranoia sì ma meno esasperata, quasi intorpidita dal vivace scorrere degli eventi che all'occhio dello spettatore saltuario potrebbero apparire come il più classico dei crime drama eppure grazie a qualche momento WTF (chi non li ama?) e all'oscuro scenario cospirazionista globale (chi ha fatto sparire 'sti disgraziati? Perchè il governo ha mentito? Chi c'è dietro la nuova tinta di capelli di Cruise in Mission Impossible III?) anche le vecchie volpi potrebbero gradire lo show. Il giochino è, in sintesi, fidelizzare il pubblico ma non escludere lo spettatore occasionale il quale era totalmente ostracizzato dalla visione di Lost (e di Fringe, per citarne un altro).
In conclusione, per me è fatta, ci sto, chiamami pure per sapere dove sono JJ, non è più stalking e mi sa che mi fido ma non credere che non ti tenga d'occhio col sopracciglio incurvato: con Il Finalaccio Di Lost ti sei giocato tutte le carte e ora l'eccesso (o il difetto) di momenti WTF, a casa mia, potrebbe costarti la testa.
Ci rivediamo lunedì.

@velvetuzi
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3 commenti:

  1. (S)contenta di sapere che non sono l'unica a pensarla così sul finale di Lost.

    Io invece di guardare al futuro, ho dato un'occhiata al passato e ho scovato "I segreti di Twin Peaks". Strano abbastanza, molti dicono che meriti, io purtroppo ho visto solo la puntata pilota perchè poi è saltato tutto megavideo e... buonanotte!

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  2. "Twin Peaks" TOP Cloudianina! Fortemente consigliato! Online dovrebbe esserci anche in siti alternativi a Megavideo... Daje tutta e fammi sapere cosa ne pensi, io sò fan!

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  3. ..non ho visto questo Alcatraz, ma lo sto mettendo da parte per trascorrerci insieme qualche torrida notte estiva. Invece seguo con attenzione Fringe, che nonostante qualche momento non in linea con la produzione, ha il suo stile e mi sta appassionando. Lo consiglio a chiunque sia interessato a realtà parallele, linee temporali e a tutte le elucubrazioni che ne conseguono.

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