venerdì 4 maggio 2012

"Rainy nights and hustling boulevards"

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Non accade sempre che le cose che ti piacciano siano legate da un filo comune. A me per esempio piacciono cose diversissime fra loro, ai limiti (a volte valicati con nonchalance) della contraddizione: mi piacciono le donne decise, quasi rigide, ma mi sta molto simpatica quell'accozzaglia di fragilità e casino interiore che era Marilyn Monroe, "Mer De Noms" degli A Perfect Circle è uno degli album per me imprescindibili ma so anche a memoria Womanizer di Britney Spears (fra le robe più antimusicali dell'era moderna) e, ma avrei migliaia di esempi simili, pur essendo di norma antimonarchica e contraria alle feste di matrimonio mi interessano solo sposalizi fastosi di sovrani e/o eredi al trono, forse perchè sono dei coerenti trionfi anacronistici.
Ad ogni modo, molte delle cose che mi piacciono non hanno filo conduttore (e va bene così) ma è stata una piacevole sorpresa scoprire che a volte il legame, uno forte, fra elementi di proprio gradimento c'è, eccome.
Ora, fra la gente che mi piace ci sono Jessica Lange, Jerry Hall, Bill Cunningham e quell'antipatico di Karl Lagerfeld e pare che tutte queste persone siano unite da un punto in comune, un punto molto talentuoso che risponde al nome di Antonio Lopez.

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Lopez è stato un fotografo e illustratore di moda di origini portoricane che dopo aver studiato Design a New York conobbe Bill Cunningham (gli presento David Montgomery, il fotografo che regalò a Bill la prima macchina fotografica, una piccola Olympus) formò un sodalizio lavorativo e sentimentale con Juan Eugene Ramos per poi trasferirsi a Parigi dove scoprì la Lange ne intuì il potenziale e la suggerì alla Wilhelmina (il resto è storia).
Nella capitale francese visse con Jerry Hall che diventò la sua musa e lavorò con Karl Lagerfeld. Fra le altre scoperte di Antonio ci sono anche Tina Chow, icona anni '80, e quella discreta signorinella che risponde al nome di Grace Jones.
Recentemente l'immaginario glamour di Antonio Lopez, più precisamente il suo libro "Antonio's Tales from The Thousand and One Nights" è stato omaggiato da Marc Jacobs nella serata/evento del 2007 "Arabian Nights" e sta per uscire un libro che si chiama "The Antonio Lopez Book" a cura di Mauricio e Roger Padilha.
Insomma, come molte storie glamour degli anni '80 anche quella di Lopez si conclude con l'acronimo AIDS che poi, volendo, si può anche leggere metaforicamente come la fine di una certa innocenza che era tale anche se non stiamo parlando di claustri benedettini ma di danze scatenate, abiti monospalla, gente che entrava in discoteca su cavalli bianchi e orge in cui la si finiva ovviamente tutti nudi ma la si iniziava tutti ben vestiti.
Bei tempi.
Lo so, mi addormento alle 23 nei divanetti dei locali, quindi magari non sono proprio la persona più credibile ma, dannazione, lasciatemi cedere alla saudade glamour e fatemi dire che finchè sono durati dovevano proprio essere bei tempi.

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Tutte le foto del post sono di Antonio Lopez che, citando i meme-antihipster, usava la Instamatic prima che fosse cool...

Buon weekend

@velvetuzi







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